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giovedì 31 marzo 2016

Il Sindaco, avv. Piero Capizzi, ha nominato  il professore Salvatore Autovino direttore artistico della 390° Festa del SS. Crocifisso (dal 27 aprile al 3 maggio 2016).
Il professore, ex direttore della Galleria Civica "Giuseppe Sciortino" è anche uno degli autori dell'inno ufficiale Città di Monreale.
Al Sindaco, al Direttore artistico, all'Assessore Turismo, Sport e Spettacolo dott. Ignazio Zuccaro e a tutto lo staff organizzativo auguriamo buon lavoro!


                                                       Assessore Ignazio Zuccaro

                                                   Direttore artistico Salvatore Autovino


Hanno scritto:

http://www.monrealenews.it/cronaca/cronaca-varia/14857-festa-del-ss-crocifisso,-il-professore-salvatore-autovino-%C3%A8


http://www.filodirettomonreale.it/2016/03/30/festa-del-ss-crocifisso-nominato-il-direttore-artistico/










martedì 22 marzo 2016

Storia, Foto e altro

Monreale, città della provincia di Palermo, da cui dista 7 km., con 14.119 ab. (1931). È situata dove il pendio sudorientale del Monte Caputo si attenua come in un'ampia terrazza, che a circa 300 m. s. m. si protende verso E. e NE. a guisa di rupe - dominata dalla mole del tempio normanno con l'arcivescovado e il monastero benedettino coevo - mentre declina dolcemente a S. e a SO. sugli ubertosi giardini della Conca d'Oro, della quale essa in ogni lato offre una vista superba. Su quest'ampia spianata si allarga in prevalenza la cittadina, e qui presenta un aspetto generalmente decoroso, con opere monumentali e con varî istituti di educazione; ma si arrampica con la sua parte meno bella anche sul Caputo fin quasi a 350 m. E per la natura carsica di questo è percorsa nel sottosuolo da varie grotte, ricche di acque, che sgorgano ai piedi della collina. Monreale, del cui abitato le origini si confondono con quelle del tempio (sec. XII), aveva nel secolo XVI circa 6000 ab. (1570: ab. 6105; 1583: ab. 5597). Il comune ha una superficie di kmq. 40,99 (la 9ª parte della provincia, che ha 76 comuni). Gli abitanti, che già un secolo addietro (1831) erano 12.903, furono nel 1921 circa il doppio: 23.966 (18.618 nel 1931), oggi
Monumenti. - La cattedrale di Monreale è una delle più grandiose costruzioni del Medioevo: l'architettura del periodo normanno in Sicilia conclude con essa il suo svolgimento. La sua pianta è a tre navate a colonnati sostenenti archi acuti al modo arabo: alle navate è innestato un oratorio quadrato delimitato da pilastri, dal quale si accede al presbiterio, congiunto con due arcate alla protesi e al diaconico e terminato da tre absidi in corrispondenza delle tre navate. È un tipo di chiesa misto di elementi greci e latini con influssi arabi, che ha come antecedenti la cattedrale di Cefalù, la chiesa della Magione e dei Vespri a Palermo, ma a Monreale la coesione delle parti è più stretta e organica, l'effetto d'insieme è più armonico e consono allo spirito latino.
La facciata, come nella cattedrale di Cefalù, è preceduta da un portico fra due torri, rifatto nel sec. XVIII; le absidi sono decorate da tre ordini di arcate cieche intrecciate con incrostature di lava e di calcare, motivo comune a molte chiese normanne di Sicilia, ma qui svolto con maggiore ricchezza di ornati e di colori. Nell'interno le colonne sono adornate di capitelli che provengono da antichi monumenti romani, le pareti rivestite sino a una certa altezza di cipollino con liste verticali di mosaici e terminate da una balza a fioroni gigliati di aspetto arabo. Al disopra sono tutte interamente rivestite di mosaici, la cui esecuzione si protrasse probabilmente anche dopo il 1182. Quelli della navata principale mostrano somiglianze coi mosaici della Cappella Palatina di Palermo, che rappresentano le medesime scene dell'Antico Testamento; quelli delle navatelle e del transetto sono di fattura meno accurata con forme trite e colorito confuso. Secondo alcuni, la decorazione di Monreale fu opera di maestranze locali educate dai Bizantini, ma le varietà di stile e d'iconografia che vi si riscontrano possono invece rientrare tutte nelle varie tendenze dell'arte bizantina. Tra le opere d'arte che adornano il tempio occorre ricordare la porta dell'ingresso principale in bronzo, opera di Bonanno Pisano (1186), simile a quella del duomo di Pisa e modellata con lo stesso ingenuo talento di narratore. L'altra porta del fianco è opera di Barisano da Trani che l'adornò di formelle a stampo imitate da bassorilievi bizantini e classici.
Al duomo furono aggiunte costruzioni in varie epoche; dal 1547- al 1569 il portico sul fianco sinistro opera di Giandomenico e Fazio Gagini, nei secoli XVII e XVIII le cappelle di S. Castrense e di San Benedetto (1769) e quella del Crocifisso costruita dal 1678 al 1692 dal Giovanni da Monreale e da Angelo Italia.
Il magnifico chiostro a fianco della chiesa fu costruito contemporaneamente a questa. Le influenze arabe sono evidenti negli archi acuti adorni di costoloni pensili e nel rivestimento a mosaico dei fusti delle colonne: le sculture che adornano le duecentosedici coppie di capitelli, e la cui esecuzione dovette protrarsi fino ai primi decenni del sec. XIII, appartengono interamente all'arte romanica. Sotto l'aspetto stilistico possono dividersi in diversi gruppi a seconda che mostrano influenze classiche o derivano dalla scultura lombarda, dall'arte bizantina o da quella romanica d'oltralpe. Raffigurano motivi simbolici o puramente ornamentali, immagini divine e di santi, e anche complesse scene bibliche. Accanto al chiostro si scorgono gli avanzi coevi del monastero: nel seminario attiguo i resti di un palazzo normanno.

Per un tour virtuale basta collegarsi a:
http://www.tour360.eu/panoramiche/monreale/

Gli altri monumenti di Monreale appartengono al periodo barocco: i più notevoli sono la chiesa del Monte e la chiesa di S. Castrense con stucchi della scuola del Serpotta. È dell'epoca normanna il Castellaccio di Monte Caputo.
testo di Vincenzo EPIFANIO - Luigi BIAGI - Giuseppe LA MANTIA  -  enciclopedia Treccani   
  
Piazza Vittorio Emanuele II e il Duomo




Foto del Chiostro
(da "Il giornale dell'arte", La sicilia normanna, Imperatoreblog.it)




Foto d'epoca (fornite da Rodolfo Lo Iacono)
  
















domenica 20 marzo 2016

Notizie storiche

da “ La Sicilia,la terra del sole”   (G. Badagliacca) 

La leggenda e la storia del simulacro del SS. Crocifisso sono molto diverse. La leggenda racconta che intorno al 1540, nel Mediterraneo navigavano due navi: una con a bordo cristiani delle vicinanze di Palermo, e propriamente di Monreale, di Boccadifalco e di Altarello di Baida, l'altra era una nave turca. Si racconta che i turchi avessero con loro un Crocifisso che trattavano in modo molto irriverente. I marinai palermitani scandalizzati per gli atti contro la venerata immagine, chiesero ed ottennero di potere riscattare il simulacro del SS. Crocifisso in cambio di una forte somma di denaro.

Ritornati al porto di Palermo sorse tra loro questione a chi il "Crocifisso" dovesse appartenere e per stabilire chi dovesse avere il simulacro, quegli uomini decisero di metterlo sopra un carro trainato da buoi: dove si sarebbe fermato il carro, sarebbe sorta una chiesa che avrebbe custodito il "Crocifisso". I buoi si fermarono varie volte e in vari luoghi ma, percossi, continuarono il loro viaggio, poi si fermarono proprio dove ora sorge la chiesa della "Collegiata" e, nonostante le bastonate non vollero più muoversi.
Un' altra leggenda riguarda il Simulacro del SS.Crocifisso, racconta il Pitrè:"Una vecchietta sui 75 anni, certa Michela, mi ha raccontato: "Un monrealese aveva un giardino di rose, venne a Palermo a vederne, ma non trovò chi ne comprasse, onde s'avviò per andarle a buttare a mare. Quivi un marinaio gliele chiese in cambio di un Crocifisso ch'egli aveva in barca. A quel Crocifisso mancava la testa. Adagiata sopra un carro tirato da buoi, Esso fu portato fino a Monreale, proprio là, ai piedi dell'attuale Collegiata. Chiuso entro una chiesa e riaperto al terzo giorno, fu trovato bello e compiuto con l'espressiva testa che ora ha."
La storia però ci racconta cose ben diverse: intorno al 1400 fu costruita la chiesetta del SS. Salvatore perché sede della confraternita omonima. Questa chiesa in seguito divenne la sede del Collegio dei Canonici, fondato da Monsignor Venero e per questo venne chiamata "Collegiata". Fu Monsignor Venero, allora arcivescovo di Monreale, ad ordinare la fattura del "SS. Crocifisso" alla famiglia Gagini che a quel tempo era famosa in tutta la Sicilia.
Questo trova conferma nel fatto che in seguito all'incendio del Capellone avvenuto il 1 marzo del 1985, il simulacro del SS. Crocifisso fu restaurato dal Professore Angelo Cristaudo, di Acireale, sotto l'alta sorveglianza della Sovraintendenza ai beni Culturali.
Il Professore Cristaudo, che aveva restaurato precedentemente quello di Assoro, notò che tra i due Crocifissi vi era una grande somiglianza e rilevò che avevano lo stesso stile della barba, dei capelli e della corona; dello stesso stile era l'apertura del Costato e corrispondenti erano i piedi incrociati e le dita prolungate.
Rilevò anche che per la composizione dei due Crocifissi era stato utilizzato un materiale composto di tela, gesso, colla e carta pesta distesa su una struttura di assi di legno. La dichiarazione del Professore Cristaudo è molto importante perché sappiamo che l'autore del Crocifisso di Assoro è "Antonello Gagini" e questo ci permette di supporre che sia anche l'autore del Crocifisso della Chiesa di Monreale.


LA "VUCI" “…Ittamu tutti na vuci…”.

Durante la processione del 3 maggio si può ben udire questa tipica espressione dialettale appartenente al gergo dei Fratelli; infatti queste caratteristiche “Vuci” non sono altro che delle invocazioni nate su iniziativa di un singolo fratello, il quale con la mano protesa verso la Venerata Immagine, lancia appunto un grido, attirando l’attenzione del gruppo dei con frati, i quali a loro volta rispondono in coro “…Grazia.” Queste vuci, in dialetto siciliano, appartengono ad una vera e propria tradizione popolare,legata fortemente ad un significato religioso- culturale. Riportiamo le dodici “vuci”: E che bedda sta iurnata U signori è pi la strata! Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! Chi su beddi sti quattro rosi Nostru Patri ca’ ni vosi!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! E che bedda sta santa cruci Aruramual tutta na vuci! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Cincu chiai, e cincu rosi Aruramuli iddu li vosi!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! E che beddu stu crucifissu Fa li grazie sempri spissu! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Chi nsu beddi sti quattro ciuri Pirdunatici, Signuri! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Vi salutu, o Sacra Testa Ch’è di spini è incuranata Oi che la vostra festa Vaiu girannu pi la strata!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! Chi fu beddu pi la strata! Nostru Patri torna a so casa! Grazia Patruzzu Grazia! Amurusu! Grazia! Nostru Patri!Binirici a campagna! Nostru Patri! Binirici i malati ! Grazia all’arma e ù pirdunu ri piccati.